Nicholas Hoult al Giffoni Film Festival
Pubblicato il: Luglio 23, 2016Pubblicato in: Cinema, Featured, Red Carpet
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Nicholas Hoult è arrivato sul blu carpet del Giffoni Film Festival per presentare il film Equals, diretto da Drake Doremus e in uscita nelle sale italiane il prossimo 4 Agosto.
Il film, già presentato al Festival del Cinema di Venezia dello scorso anno, racconta un dramma romantico-fantascentifico. Ambientato in un futuro non ben specificato, il film di Doremus mostra una società privata di ogni forma di emozione e sentimento da un governo che ha fatto tutto ciò per creare una razza umana perfetta, priva di ogni errore genetico o fragilità emotiva. In questo mondo di ‘Uguali’, il giovane Silas (Nicholas Hoult), si imbatterà nell’affascinante Nia (Kristen Stewart) che riuscirà a risvegliare istinti umani, che il giovane non credeva di avere.
Noi abbiamo avuto il piacere di seguire Nicholas nel corso dei suoi incontri con i piccoli giurati di questa edizione del Giffoni Film Festival, e con i fortunati ragazzi che hanno vinto la possibilità di incontrare il proprio beniamino nel corso del Meet The Stars.
Qui a Giffoni, l’età media dei giurati è di 15-16 anni. Questa è un’età di formazione, in cui ognuno capisce chi è veramente e cosa vorrà fare un giorno. Te come hai affrontato questi problemi?
Questi sono problemi che abbiamo affrontato un po’ tutti quanti. E’ un’ eta in cui si pensa di essere adulti, ma col senno di poi capisci che non lo eri affatto. Alla fine anche ora mi considero un bambino un po’ cresciuto.
Il consiglio che posso dare per cercare di essere felici nella vita è di accettarsi e fregarsene di quello che pensano gli altri.
Hai iniziato a recitare da piccolissimo. Cosa ha tolto a e cosa ha aggiunto alla tua infanzia questa esperienza?
Sicuramente sono di più le cose che mi ha dato, rispetto a quelle che mi ha tolto. Questo lavoro mi faceva partire spesso, dandomi la possibilità di conoscere tante persone e questa cosa mi ha arricchito molto. Finito un film però tornavo a scuola, nella realtà di tutti i giorni e questo è stato positivo perché le cose non evolvono mai nel verso giusto se uno si allontana totalmente dal mondo reale e vive una vita parallela .
Com’è stato lavorare con Kristen Stewart in questo film?
Lei è un’attrice meravigliosa molto professionale, sveglia e totalmente dedicata al suo lavoro. Nel lavoro che abbiamo fatto insieme, lei ha scritto parte dei dialoghi. E’ davvero una bellissima persona
Qual’è il motivo che ti ha spinto ad iniziare questa carriera? Secondo te qual’è la chiave del successo?
Come dicevo, ho iniziato questo lavoro prestissimo, quando avevo solo 3 anni. Mi è capitato per caso. Stavo con mia madre e un regista teatrale mi ha visto e ha detto che avevo ottime capacità di concentrazione per la mia età, e mi prese per la mia prima parte. Inizialmente era un hobby. Gli altri ragazzi a scuola correvano e facevano sport, io invece mi divertivo in questo modo.
Per quanto riguarda la chiave del successo, direi che inizialmente è indispensabile trovare storie che hai voglia di raccontare e naturalmente bisogna incontrare quante più persone possibile che sono brave a fare questo lavoro. Poi bisogna cercare di migliorarsi sempre. Non si deve mai arrivare al punto in cui si dice: ‘ok sono bravissimo, la scena era perfetta e non mi serve rifarla’. Ogni volta che si fa una scena si deve pensare che si potrebbe fare sempre meglio.
Come hai affrontato la preparazione per i tuoi personaggi in Warm Bodies e Mad Max?
Per quanto riguarda Warm Bodies siamo andati in una specie di scuola per Zombie dove ci hanno insegnato come muoverci. Andavamo nei parcheggi per provare ad emulare quanto più possibile le movenze di eventuali zombie. Poi naturalmente abbiamo visto dei film per capire come uno zombie si muoverebbe.
Per quanto riguarda invece Mad Max, ho cercato di capire come si sarebbe potuto comportare una persona malata come il personaggio che interpretavo. Poi ho dovuto imparare a gestire i veicoli che abbiamo utilizzato per il film. Naturalmente non bisogna dimenticare il lavoro dei truccatori perché un buon trucco già ti predispone bene ad affrontare una parte del genere.
In Warm Bodies interpreti uno zombie, mentre alla fine della prima stagione di Skins interpreti un ragazzo con gravi problemi fisici. Come hai fatto ad interpretare questi ruoli? Hai preso ispirazioni da qualcuno per interpretare questi ruoli?
Per quanto riguarda Skins, ho incontrato una persona che aveva avuto un incidente simile a quello del mio personaggio. Ci ho parlato molto, per capire che tipo di difficolta avesse avuto.
Per Warm Bodies invece, è un po’ come come cercare di camminare quando sei molto ubriaco e quindi…. si, ho bevuto tantissimo.
In molti film in cui hai lavorato, come Warm Bodies, Mad Max, X-Men, gli effetti speciali hanno un ruolo fondamentale. Puoi raccontarci qualcosa su com’è recitare in film del genere e quali sono le difficoltà che un attore può incontrare?
Per quanto riguarda Warm Bodies, passavo circa un ora e mezza al trucco. Non era complicatissimo alla fine, c’erano solo delle cicatrici, un trucco leggero e dovevo indossare delle lenti a contatto.
Per quanto riguarda invece Mad Max, mi ci volevano circa due ore; il processo era simile a Warm Bodies, c’erano due persone che mi mettevano le cicatrici e pensavano al mio trucco. Anche qui non era complicatissimo.
Per X-Men invece passavo circa 3 ore al trucco e li era tutto molto più complicato. Dovevo mettere varie cose, dalla parrucca, a parti del viso… è stato molto più complicato degli altri film.
Qual’è l’importanza del rapporto tra attore e regista?
Il rapporto tra gli attori e il regista è un rapporto fondamentale ed estremamente importante. Se c’è un bel rapporto allora si possono fare le cose in modo migliore, anche perché l’ attore sarà molto più tranquillo. L’attore può imparare molte cose da un buon regista che può portarlo verso direzioni diverse nei confronti del personaggio. Il ruolo fondamentale del regista, è quello di riuscire a mettere tutti a proprio agio sul set. Inoltre il regista deve convincere l’attore ad essere onesto e vulnerabile; se ci riesce vuol dire che il rapporto sta andando nel verso giusto e si potranno fare belle cose.
Hai mai avuto problemi ad immedesimarti in ruoli differenti? Come ti prepari a recitare in un ruolo?
Ci sono vari metodi per prepararsi. Si possono individuare personaggi simili alle persone che si devono interpretare per esempio. Si possono fare ricerche nella musica, nel cinema, attraverso libri o a volte anche facendo riferimento a esperienze passate che abbiamo vissuto, facendo leva magari su parti di noi stessi che possono assomigliare al personaggio che dobbiamo interpretare. La cosa fondamentale è capire il personaggio e il motivo per cui ha fatto determinare scelte.
Nel film Dark Places, hai recitato insieme a Charlize Theron. Puoi dirci qualcosa del lavoro con lei?
Charlize Theron è una donna straordinariamente forte e determinata e sa sempre quello che vuole. Andavamo molto d’accordo durante le riprese, anche perché abbiamo un senso dell’ umorismo molto simile. Poteva capitare che ci trovavamo seduti vicino, e all’improvviso iniziavamo a ridere per cose che magari alle altre persone non facevano ridere.
Tempo fa c’è stato un dibattito tra Steven Spielberg e Chris Evans sul futuro del genere cinematografico dei supereroi. Spielberg sostiene che questo genere sparirà con il passare del tempo, come è accaduto in passato con il genere Western, Evans sostiene invece che questo genere non tramonterà mai. Te cosa ne pensi?
Per quanto mi riguarda, spero che il genere continuerà per molto tempo. E’ vero che spesso ci sono alcuni generi che vanno forte solo per un certo periodo di tempo e questo dipende chiaramente dall’ interesse che c’è nel pubblico. E’ comunque vero che per i Supereroi c’è molta letteratura e molto materiale su cui lavorare. Io personalmente spero che questo genere continuerà per molto e molto tempo ancora.
Cosa ne pensi del Brexit?
Sono rimasto abbastanza male per quello che è successo il mese scorso perché non me l’aspettavo. A me piace essere europeo e penso che oggi la paura sta dividendo le persone e il mondo sta diventando un posto più piccolo. Essere qui con voi a Giffoni per esempio, per me è una cosa importante.