Sam Claflin è stato il protagonista della settima giornata del Giffoni Film Festival e noi abbiamo avuto modo di seguirlo durante i suoi incontri con i ragazzi. Fan in delirio hanno passato la notte  nei sacchi a pelo pur di garantirsi un posto in prima fila sul blu carpet. Sam è arrivato nella Cittadella per presentare il suo ultimo film Me Before You, un film delicato e commovente, che colpisce dritto al cuore del pubblico, in cui recita insieme alla star di Games of Thrones Emilia Clarke.

Nel film Sam interpreta Will Traynor, un uomo che in passato era un ricco banchiere dall’animo avventuriero e che viveva la vita al massimo non facendosi mancare nessun tipo di esperienza. In segno ad un tragico incidente, Will rimane quasi totalmente paralizzato, perdendo la voglia di vivere e di relazionarsi con chiunque. Louisa Clark entrerà di soppiatto nella sua vita cercando di regalargli di nuovo un sorriso.

Nei personaggi che hai interpretato è sempre presente una caratteristica: sono tutti mossi dalla passione e dall’amore. Cosa pensi dell’amore?

Quasi tutti i personaggi che ho interpretato sono alla costante ricerca dell’amore, ma alla fine bisognerebbe aspettare che arrivi da solo, oppure pensare semplicemente che siamo circondati dall’amore e dall’affetto dei nostri familiari e amici. Secondo me l’amore non dovrebbe essere cercato ma dovrebbe venirti incontro.

Come ti prepari per interpretare un personaggio?

Inizio leggendo la sceneggiatura ovviamente. Poi cerco di arrivare al personaggio partendo dall’esterno, dalla sua fisicità e dalle sue movenze. In questo film naturalmente è tutto molto diverso, quindi ho dovuto provare un approccio diverso.

Cosa ricordi del periodo dei tuoi studi alla London Academy of Music and Dramatic Art?

Ho imparato moltissime cose li. Probabilmente sono stati tra gli anni più belli della mia vita. E’ stata un’esperienza importantissima che mi ha convinto di poter fare realmente l’attore. Nella vita è importante dare il meglio, essere convinti delle proprie doti ed essere concentrati su se stessi. L’importante poi è lavorare, perché se si lavora duro, quasi sempre qualcosa accade.

Come hai reagito quando hai saputo che il personaggio di Finnick in Hunger Games sarebbe morto?

Onestamente quando ho fatto l’audizione per la parte non avevo ancora letto i libri, quindi non sapevo che fine avrebbe fatto il mio personaggio. Poi mi sono documentato tramite Wikipedia e ho letto un po’ di cose sul mio personaggio e mi sono reso conto che è un personaggio estremamente positivo ed eroico. Certo è un po’ triste pensare che se facessero un altro film Finnick non ci sarà, però mai dire mai.

Il tema di Giffoni di quest’ anno è la destinazione. Qual’ è il tuo obiettivo come attore? Dove vorresti arrivare?

Diciamo che la mia destinazione finale potrebbe essere quella che sto vivendo adesso perché se qualche anno fa qualcuno mi avesse detto che sarei arrivato a quello che sono ora, non ci avrei mai creduto. L’ incertezza comunque fa parte della vita dell’attore, io sono qui e teoricamente non so neanche se farò mai un altro film.

Perché hai scelto di fare l attore?

Non sono stato io a scegliere la carriera dell’attore, ma la carriera del attore ha scelto me. Da piccolo volevo fare il calciatore, ma poi mi sono infortunato e ho dovuto cambiare idea. Mia madre mi diceva che ero una sorta di calciatore-attore. Quando giocavo ero un po’ teatrale: in campo piangevo quando gli altri facevano un goal, gridavo quando perdevo, se mi facevano uno sgambetto iniziavo a gesticolare come fa Ronaldo!

Nel film interpreti una persona disabile gravemente malata e ci sono state molte polemiche sul messaggio del film. Qual’ è la tua opinione su questo tema ?

Ognuno ha diritto ad avere una sua idea e ogni film può suscitare polemiche perché non tutti la pensiamo alla stessa maniera.  Secondo me il messaggio del film non è quello che i disabili devono farla finita come molti hanno detto. Questo è un film che chiede alle persone affette da questa malattia di continuare a vivere. Ognuno di noi reagisce in modo diverso davanti alle problematiche. Alcuni reagiranno probabilmente come Will in maniera negativa, altri riusciranno ad affronteranno la vita con coraggio nonostante la loro condizione.

In Love Roses i protagonisti del film comunicano attraverso le lettere. Con l’arrivo delle nuove forme di comunicazioni come è cambiato secondo te il romanticismo?

Sicuramente qualcosa è cambiato, se in meglio o peggio onestamente non  lo so. Quello che posso dire è che sicuramente le cose sono diventate molto più veloci. Ci sono persone che si conoscono con applicazioni sul telefono come Tinder vedendo semplicemente una foto su uno schermo e sicuramente le cose sono cambiate da questo punto di vista. Io personalmente sono una persona un po’ vecchio stampo. Penso che le persone debbano  guardare la realtà in faccia e guardare le persone negli occhi, vederle dal vivo.  Naturalmente con questo non voglio dire che dobbiamo prendere i nostri cellulari e buttarli, io sono una persona che utilizza sempre il cellulare. Però penso che la nostra generazione abbia perso qualcosa a causa dei cellulari. Il mio consiglio è quello ci cercare  di incontrare e conoscere le persone faccia a faccia e non stare sempre su Instagram o  WhatsApp anche se credo che se uno ci si mette possa essere romantico anche su WhatsApp.

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